(Per lei, ma vale anche per lui)

La tua femminilità.

Ma quant’è bella la tua parte bambina, che non è quella furba e impudente della Gemelli, e nemmeno quella ipersensibile e talvolta frignona della Cancro: è un’adesione semplice, naturale e assoluta alla vita, un battere le mani e dire ohh alle infinite meraviglie che ti capitano a tiro. Tutte quelle che gli altri non vedono. Anche perché, a ben guardare, molto spesso non ci sono. Ma tu hai l’innato dono (perché di un dono si tratta) di fare continue scoperte dell’acqua calda: c’è quasi ogni giorno qualcosa di entusiasmante e nuovo di cui meravigliarti, perché sono tante e continue  le cose più comuni e banali che vedi per la prima volta e con sincero, divertito stupore. E chi se ne frega se ti accusano di credere agli asini che volano e ai tappeti volanti, di essere un’ingenuotta o di millantarlo per non andare alla guerra.

Alla guerra eccome se ci vai, se la vita ti ci costringe. Ti ci butti senza calcoli né strategie, senza nemmeno un briciolo di cattiveria, solo per le cause giuste, solo perché non c’è alternativa. Perché il coraggio non sai cos’è, ma nemmeno la paura.

Ecco, questo è un punto fondamentale: coraggioso è chi consapevole dei rischi decide di affrontarli, ma tu i rischi non li vedi, e se li vedi non li consideri pericoli, ma fatti della vita. Non stili grandi graduatorie tra il bello e il brutto, il bianco e il nero: la vita li contiene, e l’uno non potrebbe esistere senza l’altro. Per te, come per Lao Tze: il ramo lungo è il ramo lunga di Buddha, e il ramo corto è il ramo corto di Buddha.

Non è per coraggio, né tanto meno per suprema ingenuità, che dici tutto quel che ti passa in mente o vai a combattere contro Golia: lo fai e basta. Sei Fuoco, e il fuoco è istinto, immediatezza.

Tu dici (e a volte gridi) un continuo no! al dolore: no, non mi avrai, picchia pure duro, non mi avrai, non ti darò questa soddisfazione, anche contro l’evidenza, a dispetto di qualunque evidenza.

E se e quando il dolore si apre la porta da solo ed entra di forza, dentro di te non c’è infelicità, ma semmai una gioia appannata, ferita. Una gioia inferma che nessuno consola. Ma pur sempre gioia, non cambia nome.

Scansare il dolore e l’infelicità: questo l’impegno costante con te stessa.

A tutto, persino ai cataclismi, deve esserci un rimedio immediato, una soluzione, una medicina. E se non c’è meglio non vedere e non sentire, meglio dormire, mangiare, oppure mettersi a correre: più veloce delle immagini dolorose, più veloce delle parole cattive, più veloce degli indugi dei pensieri velenosi. I tarli della sfiducia e del pessimismo non ti avranno. Stop: non si gira. Questo film non mi piace. Vado a vederne un altro.

Hanno voglia a dirti che scansi le complicazioni e nascondi la polvere sotto i tappeti. Chi se ne frega. La mia vita è una, ti dici, voglio essere felice. Ma non si può, ti dicono: a meno di essere  privi di anima e cervello, il tuo minimo sindacale garantito d’infelicità te lo devi beccare, cara mia.  Ed io invece l’anima e il cervello ce li ho proprio per quello, rispondi, per scansare l’infelicità, anzi per spaventarla. Pussa via. Non mi avrai.

Fai un salto, una piroetta, una capriola, attivi l’energia del corpo per zittire la testa, al limite imbracci il fucile e spari, ma non soccombi.

Tu esuberante, coraggiosa, diretta, combattiva, idealista. Tu che persino quando abbracci raffinate filosofie o nuove religioni, anche quando fai l’intellettuale e la saputella, anche quando sali in cattedra e dici adesso vi spiego io come funziona, persino allora puoi ridere di cuore di una battuta scema, di un tipo che capitombola per strada, di te stessa mentre fai una cazzata delle tue.

L’amore e il sesso

Come tutte le donne di Fuoco sei istintiva, ma il tuo è un istinto che mira al bene per te e per gli altri. Non hai l’animo della crocerossina come la Pesci, non sei protettiva e paziente come la Toro, né astrattamente umanitaria come l’Acquario: quel “bene” che ti muove è allegria, cibo saporito, giusto riposo, musica. Le cose più normali della vita.

Ma nonostante ti piacciano le cose normali, non sei una femmina nel senso tradizionale del termine: certo piacere ti piace, come a tutte, ma non conosci tattiche, non giochi a nascondino, non ti dai un tono, non ti assoggetti al modello imperante di “femmina”.

Tu sei Giove: il pianeta dell’espansione, del benessere e del pensiero positivo, il pianeta che inserisce il grandangolo dichiarando che tutto è possibile se solo lo si vuole.

Ma il tuo è un Giove femmina che non coincide tout court (come spesso capita ai maschi del tuo Segno) col benessere materiale, che pure ti sta a cuore. Non sono il conto in banca o la posizione sociale le tue priorità: nel tuo Giove c’è più carne e più cuore, c’è il benessere vero, che per una donna coincide soprattutto con l’essere se stessa.

Di avventure puoi collezionarne mille e una, con passione o noncuranza. Non sei schiava di niente, tanto meno del sesso, figuriamoci di un fidanzato o marito a tutti i costi. Amore ed eros devono essere benessere, altrimenti ti basti da sola, non sfiorisci nelle singletudine, non perseguiti le amiche.

Ami così tanto la vita che dell’amore puoi farne a meno, se è un amore inutile o cattivo che mina il tuo sorriso. E pure del sesso, che quando cessa d’essere avventura t’intriga meno di due ore di palestra o di tango.

E’ un altro il tuo problema nelle questioni di cuore: spesso sei troppo fiduciosa e semplificante. Tu ci credi alla buona fede dell’altro, agli amori felici e basta, al vissero felici e contenti, al lieto fine. Non vedi cosa di brutto possa mai accadere a due che si scelgono, si amano e stanno bene insieme. Tutto si può superare, o al limite eludere se serve, chiudendo un occhio e anche due. E’ così scomodo guardarsi le spalle!

E quando la valanga ti arriva addosso (perché prima o poi ti arriva, come a tutti) tu sei ancora lì a sciare beata domandandoti perché mai tutti  all’improvviso scappino via.

Nel tuo semplificante idealismo, nel tuo sfuggire a faticose sottigliezze, a sotterfugi, elucubrazioni, strategie e tranelli, c’è la tua forza quando tutto va bene, e la tua debolezza quando tutto va male.

Insomma: tu non hai gli anticorpi. Non hai fatto il morbillo.

E con un misto di ottimismo e presunzione ti butti baldanzosa nei pericoli convinta di svangarla comunque: ti avventuri, ti fidi, trascuri i particolari, sottovaluti gli indizi, censuri.

Talvolta diventando sorda e cieca rispetto ai problemi che il partner manifesta: convinta come i bambini che se tu non vedi, nessuno vedrà te.

(Dal libro “Va’ dove ti porta Venere” – Franca Mazzei – Sonzogno Editore – sul web e in e-book)

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