Chi sono

 

 

Io sono i frutti ancora acerbi della primavera che si fa estate, la risata argentina che mette in fuga la tristezza e la paura, la leggerezza del gioco, il maramao impertinente, il piè veloce, la curiosità che rende sempre nuovo il mondo.

Io sono un eterno adolescente che non vuole rassegnarsi a subire le restrizioni che l’essere “adulti” impone: un’identità precisa, una serie di responsabilità da cui non tornare indietro.

Io di risposte definitive non ne ho né le voglio: il mio rapporto col mondo si potrebbe racchiudere in un perché infinito, quanto infinite sono le cose che ancora non conosco. E vorrei essere libero di scoprirle senza sentirmi in dovere di far finta di saperle già. Non posso decidere chi voglio essere prima di aver sperimentato tutte le possibilità, ecco perché mi lascio sempre aperta una qualche via di fuga: nel lavoro, in amore, nelle cose che mi piacciono. E che tra due giorni potrebbero non piacermi più.

Ho una vita sola: perché mai dovrei imbalsamarmi oggi in un ruolo che domani potrebbe andarmi stretto? E chi l’ha detto che bisogna fare una cosa alla volta e portarla a termine a qualunque costo? Io posso farne cento, pensarne mille, e mollarle a metà ogni volta che qualcosa di più interessante mi si para all’orizzonte. Come faccio a soffermarmi troppo su un’idea, un luogo o un impegno se i miei neuroni viaggiano più veloci della luce? Io mi diverto, mi distraggo, vado in giro, faccio cose, vedo gente, sto sulla notizia, acchiappo al volo le mode. Io gioco: con le parole, con le idee, qualche volta con i sentimenti.

E invece odio la noia, i tempi vuoti, la staticità, e tutto quanto mi costringe a fermarmi, a pensare troppo, a farmi risucchiare dai dubbi della mente. Io sono un Peter Pan che vorrebbe ad ogni costo tornare sull’Isola che non c’è, e quando nei tempi morti malauguratamente mi capita di temere che quell’isola non ci sia davvero, la mia leggerezza svanisce e mi ritrovo prigioniero di un’immusonita delusione che chiude le porte al mondo.

Ecco perché ho un po’ paura dell’amore vero, quello che mi costringe a confrontami con le emozioni più profonde… Anche se non mi piace ammetterlo soprattutto con me stesso, io sono due: uno luminoso e l’altro cupo, uno socievole e l’altro introverso. Due ragazzini comunque: uno felice e l’altro no.

E non è vero che sono bugiardo e poco affidabile: semplicemente ho accesso a tutte le infinite variabili di quella “verità” che gli altri (i veri bugiardi) vorrebbero unica. Semmai sono un giocoliere, un prestigiatore, e spesso anche un gran commerciante. Mica poco, no..?

 

 

                                                               Franca Mazzei

Share This
CHIAMA ORA