Per lei, ma vale anche per lui

La tua femminilità.

Venere d’Aria, questa sei tu: gentile, distaccata, intoccabile e lieve. Una brezza leggera che non solleva le foglie. A volte un po’ altera, almeno in apparenza.  Fascino, allure: due delle parole per definirti.

Una Venere, la tua, che non profuma di sapone o di grano – come la Venere di Terra della Toro – ma di Chanel n° 5. Che non gronda emozioni incontrollabili e scomposte – come la Venere d’Acqua della Cancro e della Pesci – ma amabili sorrisi in punta di labbra.

Tu non ti scomponi, non rompi mai l’incantesimo. Detesti le sbavature. Al limite rinunci al rossetto o ad una parola in più, se solo sospetti che possa esorbitare.

Tu sei Venere che guarda amorevole, ma il tuo giudizio su te stessa e sul mondo è netto e spesso inappellabile, anche se confezionato in morbidi incarti: la bellezza non può concedere attenuanti.

Persino quando spalanchi le braccia c’è sempre un’impalpabile distanza intorno a te, un invisibile cerchio che non si può mai veramente oltrepassare, e meno che mai infrangere di forza.

Incontaminabile. A volte fredda.

Non importa che tu sia bella o brutta, appena uscita da un parrucchiere o invece da un letto: per una strana alchimia di colori e di forme non sei mai veramente spettinata. C’è sempre un’onda armonica che ti disegna, una sorta d’innata proporzione aurea. Quasi che la luce giocasse a illuminare il tuo profilo migliore, spostandosi intorno a te mentre incedi elegante nel mondo.

A differenza della tua dirimpettaia astrologica, l’infuocata e impulsiva arietina, tu nella vita non ti butti a capofitto, non scalpiti, non esondi, non gridi, non rompi le righe. E persino quando accade sei sempre al di qua di un perimetro di contenimento naturale.

Armonia d’Aria: algida e perfetta. Pacifica anche quando dura. Morbida anche quando incazzata. Lontana anche se vicinissima. Sei un insieme di angoli tondi e lisci. Pari e non dispari. Socievole ma autosufficiente. E gran conquistatrice.

Ammicchi, conosci il tuo potere, e lo usi: ma sempre a tocchi leggeri. La tua è una sensualità composta persino quando sei nuda: spogliarti davvero, toglierti la pelle, non è possibile (quasi) mai. Tu resti sempre intera: per un miracoloso equilibrio che assomiglia a quello degli altari greci, che anche quando corrosi dai millenni non sono mai ruderi.

Narcisista, vanesia, schizzinosa e bon ton? Forse sì. Ma in te, proprio come nell’arte, la sostanza si fa forma e la forma sostanza.

Tu hai il potere di placare, stemperare, blandire, smorzare: intorno a te aleggia la quiete dei tramonti autunnali, una promessa di pace dopo i fasti chiassosi e un po’ volgari dell’estate.

Quella Venere che ti governa è amore, pace, armonia. Ma anche, forma, bellezza. Bellezza come antidoto alla guerra, alla volgarità, alla malattia, alla povertà: perché guerra, malattia e povertà non sono belle mai.

Tu sai mediare, tessere alleanze. Tu ti mantieni equidistante: non ti contamini, non ti bruci, non ti sporchi le mani. Tu guardi, giudichi e scegli.

L’amore e il sesso

Il rapporto a due ai tuoi occhi è un’alleanza tra uguali che vince sul disamore e sulla guerra, un ideale di perfezione che ovviamente si scontra con la realtà dei rapporti tra umani: imperfetti per definizione.

Scegliere quello “giusto” non ti è facile: non basta che sia bello se non è intelligente, né che si vesta elegante se poi è rozzo nei modi, né che sia ricco se non è anche onesto.

E dev’essere lusinghiero ma non troppo affettato, affettuoso ma non melenso, appassionato ma non volgare, attento e presente ma non appiccicoso, colto ma non presuntuoso, socievole ma non caciarone, curato ma non narciso, impegnato ma non iperattivo, deciso ma non duro, ambizioso ma non egoista, fascinoso ma fedele.

Deve essere uno che nonostante desideri quanto te e con tutto se stesso due spazzolini sul ripiano del bagno e una sola targhetta sulla porta di casa, non per questo si accontenta della prima o della seconda che gli lasciano sotto il cuscino un pigiama di ricambio.

Ma quando scegli accogli, e spalanchi la porta del perimetro magico che ti contiene: certo prima di entrare lui dovrà avere l’accortezza di pulirsi le scarpe e abbassare la suoneria del cellulare, e magari di portarti dei fiori che a sorpresa siano proprio i tuoi preferiti. Ma ormai è fatta.

Perché da quel momento, e spesso senza grandi proclami, diventerete un tutt’uno. E sarete perfetti: perché l’amore si fa bellezza e la bellezza amore.

A differenza della Leone che in virtù del suo assoluto egocentrismo quando s’innamora attira e ingloba l’altro nella sua orbita, di modo che uno più uno faccia sempre uno, per te uno più uno fa proprio due. Perché l’amore è unione tra due diverse identità che siglano un accordo alla pari e s’impegnano a rispettarlo e a rispettarsi: voi restate due ma il patto è uno e condiviso. Possibilmente per sempre.

E l’incastro con la tua perfetta metà mela – l’unica possibile – è il solo passaporto per essere riaccolta nel paradisco terrestre, riparando al peccato originale che quella mela l’ha separata all’inizio del mondo.

Quasi sempre detesti le scenate, le liti, le parole cattive e la scompostezza del mal d’amore: se l’altro ti dichiara guerra non erigi barricate ma muri di gelido silenzio, non telefoni di notte in lacrime alle amiche ma semmai ti compri un libro o un nuovo profumo (a meno che tu non abbia forti valori scorpionici).

Eppure per te dividersi molto spesso è proprio morire, o restare monca di un braccio: lui non c’è più, eppure come un arto fantasma è ancora parte di te, e lo senti, e lo soffri, ma non c’è.

E poco importa se quel patto sia lui a infrangerlo per disamore o stupidità, oppure tu, irrimediabilmente delusa: il dolore di averci creduto invano non ha medicine. Se non il tempo, lungo, che ti ci vorrà per crederci di nuovo con qualcun altro.

E non sarà facile.

Perché il tuo non è l’amore disperato dei grandi romantici, dei masochisti, dei viscerali, degli inquieti o dei fragili, che dell’amore amano molto più il dolore che la gioia, più l’assenza che la condivisione, più il desiderio del dono che il dono stesso. E che perciò di grandi amori sublimemente infelici se solo ci si mettono ne incontrano uno via l’altro.

E se l’amore non c’è il sesso, per quanto piacevole, non basta da solo a cancellare l’arto fantasma, perché perde quella luce e quella sacralità della fusione tra anime che è per te il più potente afrodisiaco.

(Dal libro “Va’ dove ti porta Venere” – Franca Mazzei – Sonzogno Editore – sul web e in e-book)

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